Presentate le Osservazioni in opposizione alla costruzione di una centralina Idroelettrica in valle di Schievenin

Spett.le Provincia di Belluno
Piazza S. Andrea 5
32100 BELLUNO

Spett.le Comune di Quero
Piazza G. Marconi 1
32030 Quero ( BL )


Oggetto: Istruttoria relativa alla domanda dei Signori Roberto Bizzotto e Fabio Tempesta per la concessione di derivazione d’acqua dal torrente Tegorzo in località Schievenin in comune di Quero ad uso idroelettrico. Ordinanza della Provincia di Belluno n.° 19 del 29 dicembre 2010. Osservazione ed opposizione.


Con riferimento all’oggetto il sottoscritto Paolo Di Natale, in qualità di presidente del Comitato Col del Roro, presenta all’attenzione dell’Amministrazione Provinciale di Belluno e al comune di Quero le seguenti osservazioni ed opposizioni al prospettato prelievo idrico alle sorgenti del torrente Tegorzo ad uso idroelettrico.

Si fa innanzitutto presente che la dichiarazione del referto di pubblicazione all’albo pretorio del comune di Quero riporta le date del 10 gennaio 2010 e del 9 febbraio 2010, date antecedenti alla stessa ordinanza di istruttoria da parte del dirigente del competente settore della provincia di Belluno ing. Luca Soppelsa datata 29 dicembre 2010.

Nel merito si ritiene di porre all’attenzione dei responsabili dell’istruttoria e della stessa Provincia di Belluno le seguenti questioni.

La richiesta in oggetto tendente ad ottenere la concessione a derivare dal torrente Tegorzo in località Schievenin presenta elementi di progetto alquanto lacunosi sia con riferimento ai semplici dati fisici delle quote di prelievo e restituzione che in prima istanza erano riportati a m. 405 e 368 con salto erroneamente indicato di m. 35, corretti poi in sede di ordinanza a m. 361 e m. 329,4 con salto di m. 30,69, potenza nominale iniziale di progetto di KW 89 corretta poi a KW 60. Questa ultima dichiarata capacità produttiva evidenzia, a parere dello scrivente, la scarsa resa a valore economico a fronte di danni non quantificati all’Ambiente ed alla Comunità. Nel progetto infatti si dichiara che la valutazione degli impatti risulta “non significativa” senza però allegare alcun dato di valutazione effettiva. Sarebbe opportuno richiedere un’indagine di approfondimento degli impatti che l’opera potrebbe produrre sulla fauna, sulla flora e sull’ambiente più in generale al fine di consentire una più attenta valutazione che oggi non è permessa proprio dalla scarsità di dati analizzati e riportati nel progetto o del tutto assenti come ad esempio in riferimento alla valutazione del bacino idrico che si affida ai dati della centralina meteo di Fener e non analizza minimamente il sito in questione.

La richiesta in oggetto tendente ad ottenere la concessione a derivare dal torrente Tegorzo in località Schievenin viene prospettata senza valutare in alcun modo la presenza dei prelievi idrici già esistenti alla sorgente del torrente Tegorzo, ma ancor di più non fa alcun riferimento allo studio commissionato dalla Regione Veneto in occasione della modifica dei prelievi nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso. Allora, con deliberazione di Giunta della Regione Veneto n.° 6760 del 9.12.1986, era stato affidato al “Gruppo TEAM srl” di Roma uno studio per definire la portata minima di rispetto da far defluire al fine di assicurare la conservazione dell’ecosistema del torrente Tegorzo con standards biologici accettabili. Con successiva delibera n.° 6037 del 31 ottobre 1989 la stessa Regione Veneto prendeva atto dei risultati dello studio realizzato che prevedevano che per non arrecare alcun danno al torrente la portata minima di rispetto dovesse essere di 50 l/s con portata della sorgente superiore a 323 l/s- Ora confrontiamo i dati dichiarati dal progetto che prevede, almeno così sembra, una portata minima di deflusso di 40 l/s senza per altro confrontare questo dato con la portata complessiva della Sorgente, risulta evidente che l’opera e del tutto incompatibile con l’ambiente al quale arrecherebbe danni che sono evidentemente da verificare e quantificare con apposito studio, proprio quello studio del tutto assente dal progetto. Sempre lo stesso studio prevedeva che nei periodi di magra lo stesso prelievo idrico degli acquedotti dovesse essere limitato per garantire l’ecosistema con una portata minima al Ponte Borgo di 300 l/s. Il progetto attuale non fa alcun studio della questione ma sembra evidente che se nei periodi di magra si prevedeva addirittura di limitare il prelievo degli acquedotti negli stessi periodi la centralina non dovrebbe produrre alcunché riducendo quindi ulteriormente la sua redditività, tutto questo in presenza di periodi di magra che sembrano sempre più prolungati e frequenti a causa dell’andamento climatico in atto.
Sembra evidente inoltre che la stessa Amministrazione pubblica in caso di rilascio della concessione contraddirebbe il proprio operato avvenuto in precedenza e non garantirebbe un risultato economico tale da rendere effettiva la promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ma produrrebbe solo danni all’ambiente.

Ulteriore elemento di valutazione che evidenzia a parere del comitato la non validità del progetto riguarda i danni ambientali prodotti al paesaggio, valore effettivo che l’Italia ha riconosciuto a seguito di indicative direttive europee e riconosciuto dalla stessa normativa italiana in materia. L’intervento priverebbe dell’acqua proprio quel tratto delle sorgenti del Tegorzo che risulta maggiormente fotografato e riportato in tutte le pubblicazioni che riguardano l’illustrazione a fini turistici della vallata di Schievenin. Le opere progettate inoltre risultano impattanti anche dal punto di vista fisico dato che ad esempio l’opera di presa a monte prospetterebbe a quel gioiello architettonico che sono le attuali opere di presa dello Schievenin e che risalgono all’inizio del secolo scorso; ancor più impattante il locale a riparo della centrale a valle che, visto il progetto, sembra svilupparsi con una superficie di circa mq. 150 in un ambiente roccioso che verrebbe scavato senza valutare l’effetto che questo potrebbe avere sull’alveo del torrente Risulterebbe inoltre difficile spiegare agli abitanti della valle che bisogna rispettare le norme ambientali del Piano di Area del massiccio del Grappa per poi lasciare si operi con manufatti di poco valore edilizio da costruire nell’alveo del torrente, per di più a vista diretta del percorso a valenza sia religiosa che turistica che sale alla chiesa rupestre dedicata alla Madonna di Lourdes e che sovrasta tutto il tratto del torrente interessato. Anche in questo caso sembra evidente che se fosse rilasciata la concessione si evidenzierebbe ancora una volta un comportamento contraddittorio dell’Amministrazione che ha investito massicciamente sul futuro turistico della vallata dello Schievenin come ad esempio con la ristrutturazione con fondi europei delle ex scuole elementari o la realizzazione di parcheggi in valle.

Infine si fa presente come il progetto non spieghi in alcun modo ad esempio le tecniche di scavo da utilizzare in un ambiente così delicato dove ad esempio anche di recente si sono verificati distacchi importanti dalle pareti rocciose circostanti e dove insistono fonti utilizzate per rifornire gli acquedotti del consorzio dello Schievenin e del comune di Quero.

Detto tutto questo si dichiara la propria opposizione alla realizzazione del progetto in questione in quanto, a parere dello scrivente, si verificherebbero gravi danni all’ambiente in presenza di una iniziativa dai scarsi benefici economici, difficilmente riconducibili ad un interesse pubblico non dimostrato. Forse si potrebbero ottenere risultati similari con centraline che utilizzino tecnologie meno impattanti, che non sfruttino il salto ma piuttosto la forza della corrente dell’acqua degli acquedotti.

Alano di Piave, 7 febbraio 2011.


COMITATO COL DEL RORO
Il Presidente


Comitato Col Del Roro
Per la salute e l’ambiente del Basso Feltrino
Via Ugo Bartolomei, 11/a
32031 Alano di Piave

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