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Visualizzazione dei post da febbraio, 2007

3^ OSSERVAZIONE

In data 6 Ottobre 2003 la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche per l’ambiente Renato Chisso, ha deciso di denegare la concessione mineraria denominata “Val Fassoia” (San Lorenzo), nel comune di Alano di Piave richiesta da una ditta individuale di Miane. Il provvedimento di Giunta fa proprie motivazioni espresse sull’argomento dalla Commissione Tecnica Regionale per le Attività estrattive, che ha ritenuto di condividere la maggioranza delle posizioni espresse in sede di conferenza dei servizi le quali comportano una determinazione conclusiva di diniego. Nell’approfondire la questione, la CTRAE, che si espressa all’unanimità dei presenti per il rigetto della domanda, ha esaminato il programma di coltivazione e ponderato i contrapposti pubblici interessi connessi all’attività mineraria e alla tutela paesaggistica e idrogeologica dell’area chiesta in concessione, di particolare delicatezza ambientale, situata nell’ambito del Piano d’Area del Massiccio del Grappa, in

2^ OSSERVAZIONE

Solo per dare maggior profitto ad una azienda privata si vuole autorizzare l’escavazione di una miniera a poche centinaia di metri da un centro abitato in un paese che come unica ricchezza ha l’ambiente e la tranquillità, in una zona visibile da tutta la conca, detta Conca degli Eroi, in ricordo delle battaglie che qui si sono svolte nella Grande Guerra, in una zona interessata dal passaggio di una diramazione della via romana Claudia Augusta Altinatae. Infatti tale insediamento non porterebbe nessun beneficio alla collettività, né in termini occupazionali né tantomeno economici, anzi andrebbe ad intaccare il diritto alla proprietà privata provocando un deprezzamento dei beni immobili di tutto il comune.

1^ OSSERVAZIONE

Alla risposta alla seconda domanda della “Sintesi non tecnica” dello Studio d’impatto ambientale (SIA) si informa che attualmente il materiale che dovrebbe provenire dalla miniera di Campo viene approvvigionato da altri siti localizzati nelle province di Belluno e di Trento, siti che in ogni caso non verrebbero chiusi in quanto di proprietà di soggetti terzi, quindi interessati a vendere il materiale in ogni caso ad altri acquirenti. Per cui quello che lo studio chiama “un notevole impatto sul sistema viario e ambientale in generale, dovuto al traffico generato dal trasporto della considerevole quantità di materiale correttivo necessario e alle distanze tra punti di approvvigionamento.”, rimarrà anche se probabilmente verso altri luoghi, ma in ogni caso non ci sarà una riduzione sensibile degli attuali impatti della viabilità. Anche perché non si capisce come, quello che viene chiamato “un notevole impatto sul sistema viario e ambientale in generale” diventa poi un aumento di solo il 6

SINTESI NON TECNICA

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Il presente Studio di Impatto Ambientale (SIA), presentato dalla Industria Cementi Giovanni Rossi S.p.A. (Proponente) riguarda il progetto di coltivazione per l’estrazione di marna da cemento della concessione mineraria, denominata “Quero”, ubicata in provincia di Belluno, nel territorio del comune di Alano di Piave (Figura 1). Lo Studio è stato realizzato, secondo quanto previsto dalla Legge Regionale 26 marzo 1999, n. 10 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione d’impatto ambientale”, per conto del Proponente dall’A.R.T. Studio s.r.l.. Allo Studio di Impatto Ambientale è affidato il compito di fornire l’informazione necessaria per consentire di valutare, in modo non arbitrario, il grado in cui l’opera proposta possiede il requisito della compatibilità ambientale. Essendo questo l’obiettivo del SIA, appare evidente l’importanza di definire in via preliminare cosa si intenda per compatibilità ambientale e come si possa determinarne il grado. Convenzionalmente, si ritie